C’è chi arriva in sala portando con sé il suo peluche preferito e chi distribuisce caramelle e lecca lecca. Le presentazioni dell’ultimo libro di Massimiliano Frassi, “Pettirosso, raccontami una storia” sono un salto indietro nel tempo verso il mondo dei bambini dove abitano sogni e fantasie. Quello stesso mondo però può riservare tanto dolore, ma chi si occupa da un ventennio di lotta alla pedofilia come Frassi, presidente dell’associazione Prometeo, cui va il ricavato della vendita del libro, sa che dal dolore si può rinascere. E rinascere significa anche svuotare la mente dai brutti pensieri e riempirla di belle emozioni.
Pettirosso, raccontami una storia ha spiccato il volo. Tante presentazioni organizzate in pochi mesi e grande partecipazione, ma qual è stata la risposta del pubblico dopo aver letto il libro?
«Posso dire che è stato il libro giusto, uscito nel momento giusto. C’era voglia di rispolverare certe emozioni. Tornare tutti un po’ bambini. Riacquistare serenità e svuotare la mente da brutti pensieri. Gli ultimi tre anni sono stati difficilissimi. E ancora non ne siamo usciti. Gli strascichi ci sono e molti problemi cominciano a manifestarsi solo adesso. Da lì il bisogno di tornare a fidarsi, uscire, incontrarsi e riempire la mente di belle emozioni che sfrattassero paure e timori, dolori e ferite ancora aperte. Le presentazioni stanno andando benissimo, segno che tutto il lavoro fatto in questi anni ha dato dei bellissimi frutti.»
Quali sono stati i momenti più emozionanti?
«Ogni incontro resterà nel mio cuore e nella mia memoria. Sono stati tutti unici. Partendo dall’anteprima a Roma in una sala gremita di amici e affetti carissimi, passando per quella a Bergamo con la generosa presenza di Roby Facchinetti e via via a tutte le altre che ci sono state e che ci saranno. Ogni serata è stata unica. E non è stata la classica presentazione, ma un tuffo reciproco, tra me e chi c’era, in un mare di ricordi, di nostalgie, di momenti di grande emozione. Sere in cui il mio bimbo interiore ha ricevuto carezze e regali. E, credo, ha contraccambiato con lo stesso calore.»
Quanto bisogno c’è di risvegliare e coccolare il proprio bambino interiore? E perché serve farlo.
Tantissimo. Quando viviamo quell’età non abbiamo la percezione della sua unicità, anzi. Non si vede l’ora di diventare adulti. E quando si è adulti non si fa altro che rimpiangere il tempo andato… che brutto assurdo vivere. Tornare bambini significa recuperare quel mondo, fatto di sogni a occhi aperti, dove la fantasia regnava sovrana pur con una sua forte base di realtà. Dove Babbo Natale esiste ed esiste non in quanto essere fantastico, ma in quanto segno d’amore, e i bimbi, sono i primi e gli ultimi, a capirlo. Dove posso dire ciò che mi passa per la testa senza tante inutili zavorre, o vestire come mi pare e piace. E potrei continuare per un lungo elenco. Quindi sì è utile tornare bimbi ma soprattutto doveroso farlo, per il nostro benessere.
Leggere le fiabe è un modo per tornare un po’ bambini. In che modo, Massimiliano Frassi, risveglia e si prende cura del proprio bambino interiore?
Coccolandolo. Proteggendolo. Facendogli vedere chi è diventato da grande. Non trascurandolo mai. Facendogli dei piccoli regali. Continuando a nutrirlo con la stessa musica con cui è cresciuto.
È vero che ci sarà un capitolo due?
Di un libro così potrebbe nascere una vera e propria collana. La richiesta c’è, anzi se una critica negativa mi è stata mossa è quella che dura poco… quindi sì, ci potrebbe essere un capitolo due, ma intanto godiamoci questo.