Simbolo di riscossa e rinascita, punto di riferimento. Così piccolo e capace di dare grandi insegnamenti. Flipper, il cucciolo con i dentini sporgenti, è il protagonista dell’ultimo libro di Massimiliano Frassi dal titolo “Osso di menta” pubblicato dalla Wordmage Edizioni. Il libro uscirà ufficialmente martedì 8 marzo, ma sarà presentato in anteprima sabato 5 marzo alle ore 17 presso il ristorante Antica Perosa dello Starhotels-Cristallo Palace di Bergamo, in via Betty Ambiveri, 35.
Dopo la raccolta di racconti Solo Amore uscita l’anno scorso, si attende questa nuova opera che parla ancora una volta d’amore, un amore assoluto che lega l’uomo al suo cane, ma che rappresenta anche uno strumento attraverso cui raccontare una storia di violenza e bullismo a lieto fine che possa essere d’insegnamento ad adulti e bambini.
Il libro arriva a pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Flipper, fedele amico dell’autore che per rendergli omaggio ha scavato dentro di sé per raccontare le esperienze più importanti, divertenti, buffe e dolorose di 10 anni trascorsi insieme, come ci racconta in quest’intervista.
1. L’8 marzo uscirà Osso di menta, il libro che definisci il tuo lavoro più prezioso…
«Il più prezioso e il più personale. Ho dovuto scavare, tanto, dentro me. Aprire quelle porte che per pudore, o altro, tenevo ben chiuse. E spalancarle, a tutti. Perché quello era l’unico modo che avevo per poter affrontare questo racconto».
2. Le prime pagine nascono qualche giorno dopo per la perdita di Flipper. Scrivere ti ha aiutato a superare quel momento?
«Certamente sì. Il libro nasce per caso. Da un sms di un’amica che mi disse all’incirca questo: “Max, fermati, ispira profondamente, poi mettiti all’opera e dedicagli un libro. Farà bene a te. Farà bene a noi.”L’ho fatto 4 giorni dopo la sua partenza. Mi sono seduto al suo post e ho cominciato a scrivere. A volte è stato facilissimo, altre no. La penna è rimasta lì ferma, per tanto. E la paura e il dolore mi hanno impedito di riempire quei fogli. Fino a quando ancora una volta la gente la gente, chi aspettava questo libro, chi portava Flipper nel cuore avendolo sempre “seguito” via Facebook, mi ha obbligato a concluderlo. Oggi il risultato è qua. Ed io sono felice come forse mai prima d’ora con un mio libro».
3. A differenza degli altri libri in cui racconti storie legate al tuo impegno professionale con l’associazione Prometeo (che ricordiamo si occupa di lotta alla pedofilia, aiutando le vittime dei pedofili), in Osso di menta citi fatti ed emozioni che appartengono alla tua sfera più personale. Com’è stato parlare di sé?
«A ben pensarci facilissimo. Perché una volta che ho deciso di farlo, non ho più pensato a quanto mi dovessi esporre. Ed il tutto è filato via liscio, senza censure né barriere emotive. Dare voce al cuore: questa l’unica regola che mi sono imposto e che ha permesso, di conseguenza, un racconto senza filtri. Puro, diretto. Lo stesso è stato per il linguaggio usato. A tratti forse meno letterario e più quasi da linguaggio parlato. Da narrazione orale registrata e trascritta così come veniva. Giocando coi tempi verbali, non sempre, volutamente, coerenti tra di loro. O con un misto di pensieri e racconti di fatti, uno accanto all’altro. Ma che appunto, hanno portato tutti quanti ad una narrazione fluida, diretta, senza orpelli. Che nascendo dal cuore, mi auguro, possa al cuore arrivare dritta».
4. Osso di menta racconta la storia di Flipper, ma non solo. Contiene anche tanti spunti di riflessione. Innanzitutto si parla di un rapporto speciale che lega l’uomo al suo amico a quattro zampe…
«Sì il tema principale è questo “Amore” assoluto che ci lega ad un “peloso angelo”. Un amore senza preconcetti. Vero, diretto, pulito. Che non esige nulla che non sia amore. Che non ha giudizi, né pregiudizi. A cui non importa se sei bello, brutto, alto, piccolo, magro, grasso, nero, giallo, blu, etero, gay, polentone o terrone, se hai la luna o sprizzi gioia. Se sei in ordine o trasandato. Elegante o fuori tempo. Lui sta lì. Vive nell’attesa di vederti. Di poterti stare vicino. Anche dormendo. Ma vicino. Ed il suo cuore, per magia, diventa parte del tuo, in un modo tale che tu e lui provate le stesse cose. Se corre lui, viene l’affanno a te. Se lui beve, tu ti disseti. Se non è amore questo… Poi sì ci sono tanti altri sotto-temi, altrettanto importanti però, che fuoriescono dal rapporto con il nostro amico a 4 zampe. Il fatto che Flipper sia così amato da chi mi segue è il tema principale».
5. Come in altri tuoi libri si parla anche qui di maltrattamenti e violenze causati da certi esseri che definisci “disumani” e di un dolore che come dici sempre tu non è mai per sempre. E Flipper, con la sua particolarissima storia, diventa in qualche modo simbolo di speranza, rinascita, riscatto…
«Lui per le vittime, di abuso ma non solo, è stato un esempio incredibile. Un punto di riferimento. Perché ha mostrato, seppure con le sue debolezze e le sue manie, che da un grande dolore (il trovarsi solo e rischiare di finire ucciso a sassate e buttato via dentro ad un sacco dello sporco) è nata una storia di rinascita e amore, splendida. In cui identificarsi. E dire: “sì, toccherà anche a me”. Flipper, se mi passi il paragone, è stato per loro una sorta di Cenerentola a 4 zampe. Che da una vita di stracci è finita tra le braccia del principe azzurro. Eco questo è forse il tema secondario, che poi secondario non è, più importante di tutti. E che nella favola che ho messo alla fine del libro, emerge alla perfezione. Favola che spero possa servire a tutti quei bambini, presi di mira da bulli che la storia spazzerà via, ma che al momento da quei bulli hanno la serenità minata. Flipper è qua per dire loro che sono uguali. Lui e loro. Che lui pure è un “diverso”. Ma quel “diverso”, negro frocio ciccione che sia, oggi sta sulla copertina di un libro, è amato, la gente parla di lui, ha vinto! Chi gli ha fatto del male, non merita nemmeno l’onore di un nome citato nel mezzo di un insulto. Ecco. La vera magia della storia di Flipperino è questa. Pensa che io, dopo ogni conferenza, tornavo a casa con borse piene di regali per lui. Da Roma come da Palermo, da Torino come da Bergamo. I bambini gli scrivevano le letterine e gli mandavano i suoi dolci preferiti. Le mamme stampavano le sue foto e le portavano nelle corsie d’ospedale, in quei “giardini che nessuno sa” ancora troppo popolati da bambini e madri, con accanto sedie spesso vuote. Sono queste le persone che hanno chiesto il libro. Queste che in lui si sono ritrovate. Farlo rinascere col libro è stato un atto dovuto. Un modo per dimostrare che sì a volte la morte sembra avere l’ultima parola. Ma poi arriva l’amore. E rimette tutto a posto. Anche nell’assenza, dà la misura della sua forza e vince lui. Vince. Sempre. La vera magia della storia di Flipper è che ci si è identificati in un esserino minuto, che aveva paura del mondo ma che dal “mondo” è stato accolto a braccia aperte. Se non è una riscossa questa…!».
6. C’è un capitolo che preferisci?
«Li amo tutti allo stesso modo. Sia quelli divertenti e un po’ folli. Che quelli più tristi e dolorosi. Fanno tutti parte di un unico puzzle. Poi però confesso che vado fiero del capitolo finale. La favola per bambini in cui ho racchiuso tutta la sua storia. E’ nata di getto una sera. Ho aperto il computer sentendo che dovevo scrivere qualcosa, ma senza sapere dove sarei andato a parare. Quando lo spegnevo, a tarda ora, c’era quel piccolo gioiellino, impresso dentro alle pagine del pc».
7. Nel libro racconti il giorno più brutto della tua vita. Qual è invece il ricordo più bello che hai di Flipper?
«Tantissimi….difficile anche qua fare una scelta…. Anche perché ognuno di loro oggi è segno di un’assenza che ancora pesa sul cuore. Diciamo che tra i ricordi c’è di sicuro il momento del mio ritorno a casa, che fosse dopo due minuti perché ero uscito a prendere la posta o dopo 10 ore lui mi veniva incontro come non avesse aspettato altro dalla vita. Impagabile la sua accoglienza. Così come il suo goffo venire a svegliarmi al mattino. Partiva la radio sveglia e lui un nano secondo dopo era già sul mio letto. Chi ha un cane sa cosa intendo».
8. A chi è rivolto Osso di menta?
«A chi porta Flipper nel cuore. Che già sono tantissimi. A chi ha perso un amico a 4 zampe. A chi dice che “tanto sono solo cani”, sempre ammesso che sappia leggere e non solo guardare le figure. A chi pensa che la vita riserverà solo dolore, quando invece non è così. A chi ha voglia ci donare al proprio cuore il dono di una lettura che regalerà lacrime. Di gioia e di nostalgia».
9. Cosa ti aspetti da questo libro?
«E’ il libro che più di tutti la gente mi ha chiesto a gran voce. Insistentemente. Pazientemente. Quasi supplicandomi di fare loro “questo regalo”. Quindi per quello che mi compete non posso chiedere nulla di più».