12 APRILE 2016 – Qualche settimana fa vi avevamo chiesto di inviarci le vostre domande per Massimiliano Frassi, autore, per la Wordmage Edizioni, di Solo Amore (2015) e Osso di menta (2016). Pubblichiamo in basso l’intervista realizzata da voi e le risposte dell’autore a tutte le vostre curiosità.
1. Prima di dolce Flipper non avevo mai visto un cagnolino con i dentini in fuori e mi chiedevo se gli avevano fatto male e se i dentini fossero rimasti in fuori o era nato cosi. Si vedeva che era docioso e coccolone. (Lucilla da Rubiera)
Docioso mi piace molto e rende bene l’idea. E mi piace molto anche quel “dolce” messo prima del nome Flipper, lo trovo un bel complimento, delicato e rispettoso di cui ti ringrazio. Detto questo vado alla tua domanda. I dentini sporgenti, sua caratteristica principale, non sono causa dell’abuso che ha subito. Infatti, nel libro ho messo una foto di lui da cucciolo e i dentini sporgenti ancora non ci sono. Si mostreranno così, solo un po’ di tempo dopo. È una disfunzione chiamata prognatismo: la mandibola è più lunga della mascella, quindi i denti inferiori avanzano rispetto a quelli superiori.
2. Cosa ha voluto dire per te scrivere un libro su Flipper quando ti aveva appena lasciato? Come sei riuscito a dar voce al vortice che avevi dentro e renderlo esprimibile a parole? (Chiara da Padova)
Ha voluto dire tante cose. In primis trovare il modo di fare i conti con una grande sofferenza, elaborare il lutto e colmare il vuoto lasciato, con la ricerca di ricordi ed aneddoti curiosi e divertenti. Certo il rischio che gli stessi diventassero poi dolorosi era alto. Ma il bene che ci siamo dati, una volta raccontato e messo nero su bianco, ha spazzato via tutto quanto, rendendo così facile anche la scrittura. Il difficile semmai è stato scrivere le pagine legate all’addio che gli ho dovuto dare, ma soprattutto difficilissimo è stato separarmi dal libro. Avrei potuto finirlo mesi prima invece continuavo a lasciarlo lì, fino a quando la gente che ha amato Flipperino e che aspettava il libro e che veniva a incontrarmi alle mie conferenze, mi ha per certi versi obbligato ed aiutato a fare l’ultimo passo: terminarlo e separamene. Cosa di cui non mi pento affatto, dato che è il libro che mi ha dato maggiori soddisfazioni personali fino ad oggi.
3. Per chi hai scritto questo libro? Dove vuoi che arrivi? (Chiara da Torino)
Come ho più volte detto, il libro l’ho scritto dietro richiesta di chi ha voluto bene a Flipper. E visti i risultati e le soddisfazioni che mi ha dato, a un mese esatto dalla sua uscita, credimi, non posso chiedere che vada oltre dove è già andato. Ha toccato davvero il cuore di tante persone, lasciando un segno indelebile. Chiedere di più sarebbe un peccato mortale.
4. Sembra che per te la scrittura sia anche un momento catartico e liberatorio. Quanto ti è costato iniziare questo racconto e, ad oggi, quanto ti è servito per affrontare il momento doloroso vissuto con il tuo amato compagno di vita a quattro zampe? (Silvia)
Iniziarlo non è stato difficile, anzi, semmai avevo il problema opposto. Ho scritto ovunque. In spiaggia, sulla sdraio sotto il sole cocente per ore, o seduto a terra coi suoi peluches tutti intorno. Difficile, come ho già detto in un’altra domanda, è stato separarmene. Per il resto sì, per me la scrittura è anche un momento catartico e liberatorio. Lo fu il mio primo libro, “I bambini delle fogne di Bucarest”, scritto per sconfiggere gli incubi che avevo dopo i miei viaggi nell’inferno dell’infanzia rumena, lo è questo mio “Osso di menta”, che per questo ha un merito supplementare: quello di avere dato un senso a tanto dolore, permettendomi di testimoniare un grande atto d’amore.
5. Se potessi dedicare una canzone a Flipper, quale sarebbe? (Pierre da Torino)
Scontato per me che sono fan di Renato Zero citare una sua canzone. Il problema semmai è quale. Senza pensarci troppo ti cito “I migliori anni della nostra vita”. Soprattutto per quel verso: “Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti e che tutta quella tristezza, in realtà non è mai esistita”. L’ho messo anche nel libro, a chiosa di una speranza che è qualcosa più che un semplice desiderio, è una certezza.
6. Hai mai assaggiato un osso di menta? (Valentina)
Hahahahaha noooo scherzi!? No, no, assolutamente no, non l’ho mai fatto. Ma confesso che ogni tanto pensavo a quanto dovessero essere gustosi. Lui in compenso ha assaggiato tutti i dolci che invece mangiavo io. Forse perché tra i due, Flipper era quello meno schizzinoso.
7. Qual è il tuo rimpianto più grande? (Lauretta da Ferrara)
Questa domanda mi prende alla sprovvista. Però non credo di averne. Per quanto ci pensi, no non ne ho. Forse avrei dovuto capire prima che si era ammalato, ma se penso a quante volte l’ho portato dal veterinario ogni rimpianto se ne va. Lo stesso dicasi per non averlo fatto uscire tanto quanto avrei voluto: ma quello era il suo mondo, lì stava bene, lì era al sicuro, quindi no, nessun rimpianto.
8. Qual è il filo conduttore dei tuoi libri? C’è un aspetto che credi accomuni i tuoi scritti, tutti piuttosto diversi? (Lauretta da Ferrara)
Ho pensato molto a cosa rispondere a questa domanda. Credo che il filo conduttore che unisca tutti i miei libri, da quelli sui bimbi di Bucarest, agli “omaggi” fatti a bimbi indimenticabili come Tommaso Onofri o “Stella”, per arrivare a Solo Amore ed Osso di menta sia “la rinascita”. Sono libri che parlano di rinascita. Rinascere dopo un abuso, rinascere dopo un lutto, nel cuore di chi ti ha amato, rinascere dopo una vita di stenti che pare non darti futuro. Poi ci sono altri temi conduttori, la denuncia sociale, ma anche l’amore, ma la rinascita credo sia quella principale.
9. Quanto sei contento di aver condiviso questa tua personale storia di Flipper con i tuoi amici /lettori? Riuscirai nel tempo a riprendere un altro cagnolino visto l’amore immenso che sei capace di donare? (Vittoria da Milano)
Parto dalla seconda e dico che sì, ci sarà un domani spazio per un nuovo compagno di vita. Dovrà essere un bastardino e dovrà arrivare da un canile e lo ripeto, ci sarà. Quanto alla prima la risposta è una sola parola: contentissimo. Mi state dando così tante soddisfazioni che mi spiace solo non averlo fatto prima, anche se ogni cosa ha i suoi tempi, che vanno sempre rispettati.
10. Quando pensi a Flipper, qual è il ricordo che arriva immediatamente alla tua mente… e al tuo cuore? (Annalisa da Varese)
I due momenti che aprono e chiudono una giornata. Il risveglio e la buona notte. Con i nostri riti di coccole, saluti, chiacchiere, giochi e quant’altro. È a tutt’oggi la cosa che più mi manca e che mi commuove, anche solo nel rispondere alla tua domanda.
11. Quanto Flipper ha influenzato la tua crescita personale? (Ilaria da Milano)
Tantissimo. Può sembrare assurdo dirlo, ma è stato un esempio importantissimo. La dimostrazione che con l’amore si poteva sconfiggere qualsiasi dolore, abuso, violenza, io ce l’avevo in casa e la testavo con lui. Che era amore puro e richiedeva amore puro. Sarebbe potuto diventare un cane cattivo, feroce, invece era un coccolone pauroso e innocuo.Mi ha fatto capire quanto io sia in grado di dare, di prendermi cura. E mi ha insegnato più lui di tanta gente…
12. Qual è l’argomento su cui ti piacerebbe scrivere ma che non hai ancora trattato nei tuoi libri? (Lauretta da Ferrara)
Un sogno nel cassetto è andare a Beslàn e fare un reportage, intervistando quelle mamme sopravvissute ai loro figli, uccisi nella scuola dai terroristi. Ma questo in qualche modo si collega al mio mondo, mentre la domanda chiede altro. Ecco quel altro è la musica. Di cui sono appassionato. Un bel libro, magari intervista, a un artista che amo sarebbe una bella soddisfazione e un grande sogno.
Aggiungo che se penso ai due libri pubblicati negli ultimi due anni, Solo amore e Osso di menta, penso che sia impossibile per me programmare. I libri arrivano così, portati dal vento della vita. E quando trovo di dovermi esprimere su un qualcosa, ecco che riapro il bloc-notes e riempio quelle pagine, quindi chissà, a parte il libro sulla pedofilia che tra poco inizierò, quali altri lidi avrò l’onore di toccare. Di sicuro ho una certezza: che vi vedrò ancora al mio fianco e farò di tutto per non deludervi. Esigenti, pazienti, generosi e fedeli lettori-amici.